sabato 22 febbraio 2014

Retrogaming: Super Mario Bros.

Questa volta ho il piacere di parlarvi di un titolo che è stato un'icona dei videogiochi, ed oggi, nonostante siano cambiati i tempi, ha ancora il suo spazio, stiamo parlando di Super Mario Bros. Uscito il 18 maggio 1987 per la console NES (Nintendo Entertainment System), esso riscosse un successo mai visto prima per il genere dei Plattform.

La storia, ambientata in un mondo fantastico abitato da esseri con la testa da fungo (Toad), racconta le vicende di due idraulici, Mario e Luigi, alle prese contro l'esercito del malvagio Koopa Troopa Bowser che ha rapito la principessa Peach Toadstool.

Ma non è stata la trama, semplice e lineare, il vero punto di forza, bensì le meccaniche di gioco stesse. Infatti la varietà di power up, di nemici, e livelli, lo rendono ancora ai giorni nostri un titolo appetibile. Questo game è strutturato in otto mondi, suddivisi in vari livelli che finiscono solitamente all'interno di un castello con un boss da sconfiggere ed una principessa da salvare. I protagonisti avranno un tempo limite per superare ogni livello e un punteggio che varia a seconda dei nemici e i potenziamenti raccolti. Altro aspetto importante sono i coins che i due idraulici posso raccogliere lungo il percorso o distruggendo i muri dal basso quando sono “grandi”; queste monete sono importanti perché quando si raggiungono i cento, doneranno una vita extra.

La grafica scorreva bene, era ricca di colori e il sonoro gli dava la giusta atmosfera; il “non plus ultra” per quei tempi.

Il titolo NES possedeva anche il multi in locale sulla stessa console; il secondo giocatore poteva impersonare Luigi, ma in modo separato, in pratica non era possibile giocare contemporaneamente sullo stesso schermo, bisognava aspettare che l'altro morisse.

In conclusione si può affermare che Super Mario Bros. è stato un simbolo dei videogiochi e del marchio Nintendo stesso, infatti ha venduto più di quaranta milioni di copie nel mondo; un primato battuto solo nel 2009 da Wii Sports, della stessa casa produttrice.

 

lunedì 17 febbraio 2014

Interviste: GreElePlayGirls8988

In questa intervista vorrei farvi conoscere un canale di Youtube molto interessante, che parla di videogiochi il cui nome è; GreElePlayGirls8988 Enjoy TheFun. Innanzitutto vi ringrazio per la vostra disponibilità. 
Ciao, grazie a te che ci fai questa intervista, piacere nostro!!!

GreElePlayGirls8988 Enjoy The Fun è un nome piuttosto lungo, e so che stà per acronimo di molte cose, ci potreste spiegare quali?
Il nostro nome è stato inventato dopo tanti nickname, e siamo arrivate a questo diminutivo per via dei nostri nomi di ragazze giocatrici e semplicemente divertenti :-D.

Com'è nata la vostra idea?C'è qualche youtuber che vi piace particolarmente a cui vi siete ispirate?
Bé si tramite Favij , Yotobi , Pewediepie ecc..

Nel vostro primo video, caricato ad ottobre 2012, da come vi eravate presentate si percepiva già un'idea chiara di quello che volevate fare, infatti siete partite con Slederman. Qual'è stata la sensazione che avete avuto ricevendo i primi feedback e le prime iscrizioni da parte di altri utenti?
Ci ha fatto piacere l'essere accettate e non aver ricevuto insulti :-). Ovviamente accettiamo sia pro e contro dei commenti.

Il fenomeno delle ragazze che pubblicano filmati mentre giocano a videogames è in crescita, sfatando, (aggiungerei finalmente) il mito del videogioco come “roba da maschi o da nerd”. Cosa ne pensate a riguardo?
A noi è sempre piaciuto giocare con i videogames, poi avendo visto i miti come Favij , Yotobi ...abbiamo detto: ma si facciamolo anche noi!!!

La cosa che rimane più impressa, guardando i vostri video, è la simpatia di come li interpretate, con un buona dose di autoironia; cosa abbastanza insolita nelle ragazze, che in diversi casi puntano più sull'aspetto fisico per “elemosinare” più click da parte dei “maschietti”. Credete sia giusto strumentalizzare l'immagine della donna anche nei video che trattano questo settore?
Guarda, a noi piace esporre il nostro carattere e mostrare anche la caratterizzazione di noi stesse, è un punto di vista più caratteriale che fisico, poi se ci fanno i complimenti ci fa piacere ma noi puntiamo più alla simpatia... cosa ne pensiamo noi di alcune ragazze che fanno cosi; semplice, se esponi solo la parte estetica significa che non c' è niente dentro.

Tra i vostri video pubblicati sul canale si notano numerosi filmati di giochi horror e rage game. Rispecchiano appieno i vostri gusti personali? O avete anche altre preferenze?
Allora; per computer giochiamo a questo genere perché ci piace, poi privatamente io, Gre, sono più per giochi di calcio, guerra, ecc. per console; mentre Ele è più per i giochi fantasy sempre su console.

Ho notato che sono anche frequenti dei cortometraggi, di cui spesso molti sono una presa in giro delle classiche tematiche horror. Questa parodia rispetta i vostri gusti cinematografici? O siete proprio appassionati dell'orrore?
Entrambe le cose.

Nella pagina Facebook del canale sullo sfondo c'è un'immagine con su scritto “GreElePlayGirls8988 Noi che l'horror indie game horror, e altro lo rendiamo divertente”. Avete intenzione di creare altri siti/blog o pagine inerenti ai vostri video?
No, ci bastano solo queste Facebook e Google +, e ovviamente anche Youtube, infatti per gestirle, tra montare e tutto, ci mettiamo tantissimo perché vogliamo il meglio per i nostri fans e futuri fans. Purtroppo, lavorando e studiando non abbiamo molto tempo libero.

In poco più di un' anno avete realizzato già più di 140 iscritti, un ottimo risultato considerando la difficoltà per un youtuber di farsi conoscere nell'ambiente, sopratutto agli inizi. Alla luce di questo, quali sono i vostri obiettivi futuri?
Semplicissimo, continuare a essere simpatiche meritandoci i click.


Ringrazio Greta ed Elena del canale GreElePlayGirls8988 Enjoy The Fun, per avermi concesso il privilegio di questa intervista. Complimenti, ciao!
Grazie ancora a te per l' intervista kiss by Greta & Elena.

sabato 15 febbraio 2014

Retrogaming: Grand Theft Auto

Era il 1996 e la DMA Design, successivamente ribattezzata come Rockstar North, stava per sfornare uno dei giochi che avrebbero fatto la storia videoludica, stiamo parlando di Grand Theft Auto.

Il titolo, volgarmente conosciuto con l'abbreviazione di GTA, uscì inizialmente per la sfortunata Sega Saturn, e visto le scarse vendite della console, gli sviluppatori pensarono bene di fare delle conversioni per PC e PlayStation nel 1998, seguita anche per Game Boy Color nel 1999.

Il gioco è strutturato su tre livelli, ognuno di essi è ambientato in una città: Liberty City, Vice City e San Andreas; ispirate a quelle reali di: New York, Miami, e San Francisco. Il giocatore interpreta un criminale che avrà la facoltà di scegliere se vuole accettare delle missioni (tipo uccidere qualcuno, rubare un veicolo, ecc.), rispondendo alle cabine telefoniche, oppure scorrazzare liberamente lungo queste città virtuali.

Le mappe sono in 2D, e all'interno sono presenti strade, edifici, e parchi, quindi animati da pedoni e veicoli di vario genere: dalle vetture economiche alle supercar, piuttosto che furgoni e autobus, fino alle moto.

La caratteristica principale di questo titolo è proprio nella libertà del giocatore che non si limita nella scelta delle missioni, ma bensì di quello che si può fare all'interno del gioco stesso. Infatti si possono rubare: auto, moto e veicoli in generale; assassinare pedoni in vari modi: sparandoli o mettendoli sotto; e commettere vari atti degni del peggior criminale. Tutto questo però allerterà la polizia, che gradualmente darà filo da torcere fino a quando non arrestano o ammazzano il protagonista, o in alternativa vengono seminati.

Per proseguire nel gioco è necessario raggiungere un certo punteggio che si ottiene sia svolgendo le missioni assegnate che facendo azioni criminali.

In conclusione di può affermare che, Grand Theft Auto ha sopratutto dato il via ad una delle saghe di maggior successo della storia dei videogiochi, segnando un record assoluto di vendite a livello mondiale.


martedì 11 febbraio 2014

Retrogaming: God of War

Era il 2005, e il team Santamonica Studios stava per sfornare il gioco che rappresenta l'action adventure per definizione, stiamo parlando di God of War.

Uscito a marzo negli States e a luglio dello stesso anno in Europa, questo titolo, partorito dalla mente geniale di David Jaffe, può vantare un perfetto mix d'azione, violenza, scene epiche, trama avvincente e una grafica eccezionale, in pratica non si poteva chiede di meglio per quello che molti definiscono un'opera d'arte videoludica.

Partendo dalla trama, ambientata in un contesto mitologico nell'epoca dell'antica Grecia, possiamo dire che il protagonista Kratos, un tempo generale delle armate di Sparta e servitore del dio della guerra Ares, si ritrova coinvolto in una storia di vendetta contro quest'ultimo, il quale ha fatto uccidere con l'inganno la sua famiglia. Il guerriero spartano sarà così impegnato in un'epica battaglia (in senso letterale), contro vari mostri e creature mitologiche sempre più potenti, fino ad arrivare al tanto agognato scontro finale.

La struttura del gameplay, per quanto non si possa dire che sia stata la prima ad approdare nel mondo videoludico, basta vedere titoli come Devil May Cry o Prince of Persia 3D, è stata ad ogni modo arricchita di elementi dinamici, quick time event, enigmi da risolvere e battaglie complesse contro i boss. Gli scenari sono molto vari e influenzano il gioco, mentre le armi e le abilità sono avvincenti come non mai. Durante la partita era possibile anche sviluppare il protagonista scegliendo le proprie abilità e i potenziamenti.

La violenza è sempre ad alti livelli, con scene di lotta brutale, condite dal ritmo incalzante e frenetico delle battaglie.

Il level design è allo stato dell'arte, epico ed immersivo, rende perfettamente giustizia con lo sviluppo della trama.

Anche la grafica è ad alti livelli nonostante i limiti hardware della PlayStation 2, uscita nel remoto 1999 in Giappone e un anno più tardi in Europa.

Inutile enfatizzare il comparto sonoro, epico e sempre in tono con lo sviluppo della storia.

God of War ebbe cosi successo che fù il primo di una lunga serie, ed a Marzo 2010 uscì anche un fumetto dedicato alla storia di Kratos, il quale sarà consacrato come uno dei personaggi simbolo delle console Sony facendo la sua apparizione in diversi giochi come: Mortal Kombat (solo versione PlayStation 3), Soul Calibur: Broken Destiny (PSP) e PlayStation All-Stars Battle Royale (PS3).

Concludendo posso dire che God of War è un capolavoro assoluto, e tutti i videogiocatori lo dovrebbero provare almeno una volta nella loro vita.

Retrogaming: Resident Evil

Correva l'anno 1996 quando i giapponesi della Capcom pubblicarono un gioco che fece la storia dei survival horror. Uscito precedentemente sul mercato nipponico il 22 marzo dello stesso anno sotto il nome di Biohazard, per via di problemi legati al copyright, dovette cambiar nome al momento dell'uscita sui territori occidentali. Infatti l'omonima band heavy metal americana possedeva tali diritti, e quindi gli sviluppatori dovettero ribattezzare il gioco col nome che tutti conoscono, ovvero Resident Evil.

Questo titolo, a detta degli sviluppatori, è stato il capostipite del genere dei survival horror, e per molti aspetti, nonostante prima ne fossero usciti altri come, Alone in the Dark e Sweet Home, non si può dire errata tale affermazione, anzi. Resident Evil è stato il primo gioco della storia a proporre un tasso di violenza che non si era mai visto prima. Anche l'atmosfera, ispirata dai classici film di Romero, è molto pesante e sottolinea la paura verso i non morti e le deformi mostruosità delle letali creature in cui ci si imbatteranno i protagonisti.

La grafica prerendizzata (e quindi statica) era realistica per l'epoca, e dava un ottimo senso di immedesimazione al giocatore.

La trama racconta di una squadra appartenente alla S.T.A.R.S. (un'organizzazione anti terroristica), che sorvola la foresta di Racoon per investigare su degli strani omicidi avvenuti nei pressi dell'omonima città. Nel filmato introduttivo si nota questo team, chiamato Alpha, che stà cercando i colleghi della Bravo, di cui hanno perso i contatti. Poco dopo, la squadra atterra nei pressi di una villa vicino alle montagne Arklay, e un loro membro, Joseph Frost, viene attaccato da dei cani zombi. Il resto del team ripiega all'interno della magione, pensando di essere al sicuro, quando invece scopriranno che essa è solo una facciata, la quale nasconde gli orrori dei laboratori segreti della società biotecnologica Umbrella Corporation. Come se non bastasse, è andato tutto fuori controllo, le creature infette si sono liberate e il personale è morto o è stato contagiato dal virus, trasformandosi in zombi.

Prima d'iniziare una partita si potrà scegliere tra due personaggi: Chris Redfield e Jill Valentine, di cui le storie saranno molto simili, ad eccezione di alcune scene d' intermezzo.

Successivamente all'edizione Playstation ne sono state fatte tante di conversioni, alcune censurate, per via dell'alto tasso di violenza, altre invece con aggiunte, tipo: nuovi costumi e visuali alternative. Una nota di riguardo va sicuramente alla versione per Nintendo GameCube, il quale non è altro che un remake del 2002 ma con molte aggiunte, come: nuove ambientazioni, nuovi dialoghi, e una grafica aggiornata alla generazione della console ospitante. Questo gioco ha dato anche il via alla saga omonima, che vanta numerosi titoli fino ad oggi.

Resident Evil ha fatto la storia, ed è un classico da non farsi sfuggire per tutti gli appassionati dei survival horror e dei giochi retrò.

domenica 9 febbraio 2014

Retrogaming: Silent Hill

Siamo nel 1999, mentre i Giapponesi della Capcom si preparano a sfornare il terzo capitolo di una delle serie survival horror di maggior successo della storia videoludica, i connazionali della konami pubblicano un gioco destinato ad aprire la strada verso la saga numero uno rivale di Resident Evil, stiamo parlando di Silent Hill.

Questo gioco, in esclusiva PlayStation, per quanto si possa accostare al survival della Capcom , ha delle differenze che lo caratterizzano.

L'atmosfera che si percepisce, è disturbante dal punto di vista psicologico con creature inquietanti e situazioni surreali degne del peggior incubo.

Silent Hill deriva dal nome della cittadina maledetta dove si verificano strani eventi che coinvolgeranno Harry Mason, il quale è alla ricerca di sua figlia Cheryl, scomparsa a seguito di un'incidente stradale nei pressi del paese.

Altra particolarità di questo gioco, rispetto alle sue concorrenti dell'epoca, è proprio il protagonista; esso non è il classico eroe esperto d'armi o avvezzo all'azione, anzi, è una persona qualunque che cerca di sopravvivere agli orrori nel disperato tentativo di cercare sua figlia.

L'inventario è illimitato, quindi si può portare con sé tutto quello che si trova senza doverlo gestire, così come i salvataggi, che tuttavia sono sempre legati a dei punti ben stabiliti.

La trama è molto articolata, e durante il gioco sono presenti numerosi enigmi, alcuni più impegnativi, mentre i finali sono 5 e variano in base alla reazione di alcuni momenti chiave.

Graficamente questo gioco utilizza fondali poligonali, a differenza di Resident Evil che usa una grafica renderizzata e quindi statica. Questa scelta però, visto i limiti tecnici della console, ha costretto i programmatori a ridurre la qualità delle animazioni di alcuni nemici. L'uso massiccio della nebbia, per quanto sia stato fondamentale nel dare quell'atmosfera inquietante alla cittadina, è dovuta anch'essa a scelte di risparmio grafico, infatti serve per nascondere il fastidioso effetto popup. Ottimi invece i filmati d'intermezzo.

Una nota di riguardo va alla colonna sonora, realizzata da Akira Yamaoka, compositore giapponese che gode di una certa fama internazionale.

Concludendo; Silent Hill è stato un gioco importante nel suo genere che ha dato il via ad una celebre saga ricca di atmosfere disturbanti, basata sull'horror psicologico a differenza di quello più xenofobico di Resident Evil.

Retrogaming: Blood


Era il 1997, quando Monolith Studios termina lo sviluppo di Blood, sparatutto in prima persona distribuito da GT Interactive.

Questo fps, inizialmente doveva essere sviluppato da 3D Realms, con un nome diverso (Horror 3D), ma successivamente furono venduti i diritti a Monolith, che gli diede il nome attuale.

Il protagonista, un pistolero del vecchio west di nome Caleb, nel 1871 conosce un donna, Ophelia Price, il cui marito è stato ucciso da una setta chiamata The Cabal. I due presto si uniscono a questo culto, scalando la gerarchia, fino a raggiungere la parte più alta, denominata The Chosen. Ma proprio a questo punto la coppia viene uccisa per qualche oscuro motivo da Tchernobog, il dio che loro stessi venerano. Diversi anni dopo, Caleb si risveglia misteriosamente dalla tomba, intento a vendicarsi e a scoprire cosa si cela dietro agli eventi che l'anno coinvolto.

Questo titolo è stato uno dei primi sparatutto ad utilizzare le armi con il fuoco secondario. In pratica il fuoco primario solitamente arreca meno danno ed ha un tempo di ricarica corto, mentre quello secondario è decisamente più potente, ma con tempi di ricarica più lunghi. Questa caratteristica verrà utilizzata in molti giochi sviluppati successivamente, come Painkiller, Unreal e Half LifeLe armi presenti sono 10: Il forcone, la pistola lanciarazzi, il fucile a canne mozze, la mitragliatrice, il lanciafiamme, i candelotti di dinamite, la bomboletta spray, il cannone tesla, il risucchia vita (un particolare bastone che può fare anche da torretta), ed infine, la suggestiva bambola voodoo.

I nemici sono vari, alcuni ispirati dai classici cliché dell'universo horror, come zombi, fantasmi e ragni giganti; altri invece sono i fanatici di Tchernobog.

Graficamente, questo gioco utilizzava il Build di Ken Silverman, con alcune migliorie di certe texture.

Blood è stato uno sparatutto che ha avuto un discreto successo, nonostante sia uscito in un periodo dove c'erano titoli più blasonati che l'hanno messo in ombra, come Duke Nukem 3D (di cui aveva lo stesso motore grafico), o Quake con il suo potente Quake Engine, il primo motore grafico realmente 3D. Ad ogni modo, l'anno successivo fù sviluppato il seguito, Blood 2 The Chosen, e numerose espansioni, a testimonianza della cospicua presenza di appassionati della serie.

sabato 8 febbraio 2014

Recensione: Outlast

I possessori di PC probabilmente già lo conoscono, sopratutto gli appassionati del genere survival horror, è uno dei giochi più spaventosi degli ultimi tempi, stiamo parlando di Outlast.

A distanza di qualche mese dall'uscita sulla piattaforma Steam, questo titolo approda anche nelle console nex-gen, e nel caso specifico sulla PlayStation 4. Il gioco, sviluppato da Red Barrels, è uscito il 5 febbraio 2014 in forma gratuita per i possessori di un abbonamento PlayStation Plus.

La storia ci vede nei panni di un giornalista di nome Miles Upshur, il quale dovrà investigare su delle attività sospette all'interno del manicomio Mount Massive Asylum. Ma ben presto il protagonista si troverà faccia a faccia con gli orrori di questo luogo, infatti, sarà bloccato all'interno dell'istituto, con i pazienti mostruosamente deformi e folli che cercheranno di ucciderlo.

La caratteristica principale di Outlast è che Miles non combatterà, l'unica cosa che potrà fare sarà semplicemente (si fa per dire) sopravvivere, nascondendosi dietro ogni appiglio (una colonna di cemento, un armadio, sotto il letto, ecc.) senza farsi scoprire mentre cerca una via di fuga. L'unica cosa che ha in dotazione più vicino ad un'arma, è la sua videocamera, infatti, nelle sezioni buie la si può usare con la visione a infrarossi e nel caso riprenda degli eventi importanti, si aggiornerà il diario degli appunti, importante nello sviluppo della trama. In questi angusti, buii e claustrofobici luoghi si potranno raccogliere delle pile per la videocamera, si, perché la visione notturna consumerà anche le batterie, che dovranno essere periodicamente sostituite, e per ultimo si troveranno anche dei documenti sparsi, i quali faranno chiarezza sugli agghiaccianti esperimenti avvenuti nel manicomio. Non ci sono invece oggetti curativi; quando si viene colpiti l'unica cosa che si può fare è scappare a gambe levate e magari nascondersi sperando di seminare i pazienti, in tal modo l'energia si recupera lentamente.

Questo titolo graficamente non brilla, ma è gradevole, gira a 60 fps ad una risoluzione di 1080p, mentre il comparto sonoro è ottimo, enfatizza molto bene i momenti di tensione. L'interattività dell'ambiente è un po' limitata, a parte nascondersi e aprire/chiudere porte non è che si possa fare molto.

Durante il gioco si prova sempre quel senso di paura di essere scoperti, si avverte quell'insicurezza di non sapere cosa c'è dietro quella porta, chi si nasconde dietro l'angolo o cosa si cela dentro quella stanza, in pratica, Outlast mette paura, almeno all'inizio. Si, perché alla lunga le meccaniche di gioco diventano abbastanza ripetitive e quindi le sensazioni iniziali potrebbero scemare un po'.

Ad ogni modo ci troviamo di fronte ad un ottimo titolo, praticamente quasi identico alla versione per PC, ed è altamente consigliato per chi non l'aveva provato prima, sopratutto perché si tratta di un survival horror puro per PlayStation 4, che porta una ventata d'aria fresca ad una console con pochi titoli disponibili.

Retrogaming: Duke Nukem 1 & 2

Duke Nukem

Era il 1° luglio del 1991 quando la Apogee Software (successivamente nota come 3D Realms) fece uscire sul mercato il primo Duke Nukem.

La trama, suddivisa in 3 episodi, è leggermente futuristica e catastrofica, infatti è ambientata in una Los Angeles del 1996 semidistrutta, dove il personaggio Duke Nukem è alle prese contro l'armata di Techbots del malvagio Dr. Proton.

Questo gioco, sviluppato per MS-DOS, era un Plattform/Arcade in cui erano presenti dei livelli liberamente esplorabili, dove il protagonista, doveva trovare l'uscita. Ovviamente durante il percorso bisognava affrontare vari nemici, trovare chiavi per poter proseguire, e ci si poteva imbattere in aree segrete. Spesso si trovavano anche alcuni oggetti distruttibili, caratteristica importante per i giochi di quell'epoca.


Duke Nukem 2

Questo titolo, sempre sviluppato da Apogee Software, uscii il 3 dicembre 1993 per MS-DOS.

Esso è strutturato in 4 episodi, in cui il protagonista, dopo aver sconfitto il Dr. Proton, viene rapito e imprigionato da una malvagia razza aliena che vuole conquistare la terra, i Rigelatin. Tenuto in ostaggio dagli alieni, Duke, ad ogni modo riesce a liberarsi, grazie ad un esplosivo nascosto in un dente finto, e quindi si trova ancora una volta a dover salvare il destino della terra.

Rispetto al primo titolo Duke Nukem 2 non differisce molto. È presente qualche arma diversa, nuovi nemici da combattere, e sopratutto una grafica migliorata con più colori. Tuttavia, questo gioco mantiene sostanzialmente lo stesso gameplay veloce e frenetico che caratterizzava il precedente.

venerdì 7 febbraio 2014

Retrogaming: Doom

Doom, storico fps pubblicato nell'ormai lontano 1993 da Id Software è stato un'icona dei videogiochi negli anni 90, ed ha posto le basi dei moderni sparatutto.

Il suo mix d'azione e violenza lo ha reso così popolare, da decretargli il termine identificativo "alla Doom" per questo genere di giochi. Si è stimato nel 1997 che la versione shareware (ovvero il primo dei tre episodi) è stata giocata da 15 milioni di persone. Dopo la prima pubblicazione per MS-DOS, sono state fatte tante versioni e numerosi sequel, anche su console, a testimoniare l'indiscusso successo di questo fps.

La trama ci veste nei panni di un marine spaziale, deportato su Marte a seguito di una insubordinazione verso un superiore. Costretto a lavorare per la U.A.C. (Union Aerospace Corporation), il protagonista, si troverà coinvolto in un incidente militare sulle lune di Phobos e Deimos. Mentre il personale delle stazioni di ricerca si trasforma in zombie, in breve tempo il marine spaziale rimarrà a combattere da solo contro orde di mostri e demoni.

Doom è strutturato in 3 episodi: Il primo "Knee-Deep in the Dead" è ambientato nella base su Phobos, e termina con uno scontro con due “Baroni dell'inferno” davanti ad un portale che conduce a Deimos, luogo dove ha inizio il successivo episodio. Il secondo “Shores of Hell”, in cui ci sono delle aree parzialmente invase dalla tecnologia dei demoni, culminerà contro il “Cyberdemon”, dove il protagonista scoprirà di trovarsi sopra l'inferno. Ed è proprio li l'ambientazione dell'ultimo episodio (dai cui prende il nome), dove alla fine bisognerà fronteggiare il terribile “Spider Mastermind”.

Il motore grafico, inizialmente progettato da John Carmack, utilizzava l'innovativa tecnologia (BSP) (partizione binaria dello spazio). Questo Doom Engine, seppur non fosse effettivamente tridimensionale, permetteva di creare livelli a differenti altezze, l'utilizzo di texture su tutte le superfici, formare pareti con angoli minori o maggiori di 90°, variazioni del grado di luminosità e l'ondeggiamento dell'arma in primo piano. Questi miglioramenti, assieme ad un una maggiore interattività del livelli, donavano all'utente una giocabilità impensabile fino ad allora.

Doom è stato uno dei primi giochi a supportare il multiplayer. Tramite una connessione ethernet IPX potevano partecipare fino a 4 giocatori in rete locale, in modalità deathmach o cooperativa.

In conclusione cosa posso aggiungere; questa è pietra miliare dei videogiochi!

Retrogaming: Duke Nukem 3D

Era il 29 gennaio del 1996 quando la 3D Realms sfornò uno degli sparatutto più famosi e popolari per PC della storia, Duke Nukem 3D.

Questo gioco è stato il successore dei due omonimi classici plattform/sparatutto 2D, sviluppati dalla Apogee Software.

La trama porta il nostro eroe a combattere orde di alieni che hanno occupato la terra. Il livelli sono in parte ambientati a Los Angeles ed in parte ad una base lunare.

Buona parte del successo è stato dovuto a Duke Nukem (questo è il suo nome), eroe carismatico e singolare, che non si fa scrupoli a commettere atti violenti o atteggiamenti dissacranti.

Le ambientazioni sono molto realistiche per l'epoca, sopratutto i livelli del primo episodio, dove sono presenti: fabbriche, quartieri a luci rosse, penitenziari con tanto di braccio della morte, e molto ancora.

Il motore grafico, chiamato Build, offriva molte novità rispetto a quello datato di Doom.
Esso infatti permetteva di sviluppare livelli con: settori mobili, suoli inclinati, luci colorate e piani sovrapposti. Queste caratteristiche, in aggiunta di altre, tipo la possibilità del personaggio di abbassare ed alzare la mira, hanno permesso ai programmatori di realizzare cose fino ad allora impensabili, tipo: bar e discoteche con karaoke e ballerine, sale giochi con biliardo funzionate, eccetera. Inoltre erano presenti ambienti con alcune sezioni in cui bisognava andare sott'acqua, per non parlare di alcuni muri distruttibili, dove era presente una crepa, che spesso portava alle aree nascoste.

Duke Nukem 3D è stato sviluppato in tante versioni, fino alla più recente Duke Nukem Forever, che dopo un periodo di sviluppo lunghissimo, annunciato il 28 aprile 1997 e poi apparso il 10 giugno 2011, non solo non ha replicato il successo del suo antenato, anzi ha deluso molti fan.

giovedì 6 febbraio 2014

Recensione: Resogun

Questa volta volevo parlarvi di un gioco arcade esclusivo per PlayStation 4, di nome Resogun.

Sviluppato dalla Housemarque, lo stesso che pubblicò Super Stardust HD per PS3, questo titolo, uscito al lancio della nuova console Sony (novembre 2013), ha la particolarità di essere gratuito per tutti i possessori dell'abbonamento PlayStation Plus, necessario se vogliono giocare online su PlayStation 4 (un po' come accade da tempo per Xbox Live).

Resogun si presenta in prospettiva come un classico gioco arcade a scorrimento laterale, anche se l'area è a tre dimensioni, e ricorda vagamente un cilindro.

Nella modalità arcade avremo 5 livelli, sempre più difficili e zeppi di alieni, con i loro relativi boss.

Lo scopo della navicella che controlleremo sarà, sia distruggere gli oggetti volanti nemici, che quello di salvare più umani possibili, portandoli in delle navicelle apposite.

Come in ogni classico sparatutto a scorrimento che si rispetti non poteva mancare il punteggio, che ha una particolarità; gradualmente mentre si fanno fuori i nemici nei vari livelli, salirà il moltiplicatore, ma se si resta troppo tempo senza affrontare gli avversari, inevitabilmente si azzera, costringendo il giocatore a ripetere la scalata.

Durante la partita si possono raccogliere power-up e potenziamenti vari, che aiutano il giocatore mano a mano che il livello di difficoltà cresce.

La grafica è uno spettacolo, gira a 1080p in modo fluido ed è un tripudio di luci, effetti, colori e particelle di elementi distrutti.

Il comparto sonoro è ben azzeccato col gioco e la musica di sottofondo non stanca.

Anche il multiplayer online è ben strutturato; è possibile giocare tutti i livelli in cooperativa con un altro utente.

Concludendo si può dire che l'unica pecca di Resogun è la scarsità dei contenuti, infatti per completare il gioco basteranno poche ore, che però, visto l'ottimo l'online e l'elevata rigiocabilità, lo rendono tutto sommato un titolo godibile.

mercoledì 5 febbraio 2014

Retrogaming: Quake

Quake venne prodotto nel 1996 da Id Software per MS-DOS e successivamente per Windows, mentre piu tardi sarà convertito anche per le console dell'epoca.

Dopo il successo di Doom 2, la software house americana, iniziò a pensare ad un nuovo progetto. In principio il protagonista doveva essere una specie di semidio che combatteva i nemici con un martello leggendario in un contesto in stile atzeco. Successivamente preferirono optare per un'atmosfera più medioevale, mentre lo stile di gioco, inizialmente più ruolistico, face spazio all'esplorazione in prima persona. Alla fine dello sviluppo, al titolo gli venne data quell'atmosfera più oscura che caratterizza quest'ultimo.

Dopo un lungo ed intenso periodo di sviluppo, il 26 febbraio 1996 la Id pubblicò la demo di Quake, chiamata Qtest, la quale era ancora incompleta, e giocabile solo in multiplayer.

Il 22 giugno dello stesso anno venne lanciato sul mercato lo shareware, ovvero il primo episodio, dei quattro totali. Circa un mese più tardi uscì il gioco completo con alcune mappe per l'online.

La trama è la solita dei classici sparatutto, dove il protagonista, a cui non è stato affidato nessun nome, da la caccia ad un'entità aliena che minaccia di invadere la terra.

Sicuramente il punto di forza di questo gioco è stato il motore grafico. Il Quake Engine è un pioniere in quanto a effettiva tridimensionalità, ed anche uno dei primi a supportare l'accelerazione grafica hardware, questo ne consegue che abbia favorito lo sviluppo di schede grafiche sempre più potenti per i titoli PC.

Anche il comparto in multi era all'avangurdia per l'epoca, il modello di gioco diventava Client-Server e sfruttava il protocollo IP, che dava la possibilità di giocare anche attraverso internet oltre al classico LAN.

Retrogaming: Wolfenstein 3D

Wolfenstein 3D, detto anche Wolf 3D è stato il primo degli sparatutto in prima persona ad essere popolare nel mondo videoludico.

Questo gioco per MS-DOS uscito nel lontano 1992, e sviluppato dalla Apogee Software, racconta la storia del capitano Wiliam Joseph Blazkowicz alle prese contro i soldati nazisti. Il titolo è ambientato su diversi livelli all'interno di un castello, dove vengo fatti degli esperimenti a favore dell'armata tedesca che il protagonista dovrà affrontare.

I nemici sono vari: i soldati semplici armati di pistola, le unità SS dotate di mitra, i pastori tedeschi addestrati, e infine i temibili mutanti.

Durante l'avventura, il protagonista aveva una percentuale dell'energia che si poteva ricaricare raccogliendo vari oggetti, tipo, piatti conditi o ciotole per cani, e se arrivava a zero sopraggiungeva la morte con la necessità di ripetere il livello.

In Wolf 3D c'era anche il punteggio (come nei tipici giochi arcade), ad ogni nemico ucciso corrispondeva un determinato valore, e inoltre era possibile raccogliere dei tesori sparsi nelle mappe per farlo aumentare.

Grazie al titolo della Apogee, oltre alla creazione di svariati seguiti e remake, si è diffuso su larga scala il genere fps “firs person shooter”, incoraggiando anche gli altri sviluppatori a questo tipo di videogiochi, fino ai tempi nostri.

martedì 4 febbraio 2014

Retrogaming: Resident Evil Outbreak

In questo piccolo spazio volevo parlarvi di un gioco un pò particolare, che possedeva meccaniche di game innovative, stiamo parlando di uno spin off della saga di Resident Evil, chiamato Outbreak.

Questo gioco aveva la particolarità di essere uno dei precursori del concetto dei “survival horror” online che oggi sono molto diffusi in ambito videoludico.

Uscito nel 2003 in giappone mentre nel 2004 nel resto del mondo, R.E.Outbreak racconta la storia di 8 personaggi, ambientata nel periodo tra il primo ed il secondo capitolo della serie classica, e ognuno dei protagonisti ha delle abilità particolari, tipo scassinare serrature, modificare oggetti, o iniziare con buone armi in dotazione.

Il gioco è suddiviso in 5 atti distinti dalla durata di un'ora circa ciascuno, e gli scenari variano da edifici e vicoli di Racoon City, a ospedali, fino a laboratori segreti della Umbrella.

Durante la partita era possibile comunicare con gli altri giocatoti. Tramite un sistema semplice di chat, era possibile impartire comandi del tipo “grazie” “aiuto” ecc.

Tutti i personaggi erano infettati, il livello si misurava tramite il display della percentuale che saliva gradualmente nel tempo, e quando si veniva colpiti dai mostri aumentava, fino ad arrivare al 100% dove subentrava la morte, perciò la fine del gioco per quel personaggio, ma non per gli altri, che potevano continuare la storia.

Altra particolarità era che durante i menu dell'inventario e durante tutto il gioco, le creature e gli alleati continuavano a circolare nella mappa, spostandosi anche tra le varie stanze e questo ne conseguiva il senso di frenesia e tensione sempre continuo, che a dirla tutta stona un pochino con il gameplay e la struttura dei comandi troppo ancorati alla formula dei classici Resident Evil.

D'altro canto era soltanto 2003, e già si parlava di cose che poi saranno definite degli standard per i titoli odierni di questo genere.

Purtroppo per motivi di mancanza d' infrastrutture, la versione europea non supportava il multiplayer, andando così a snaturare la vera essenza di questo gioco, che tra l'altro non brillava d'intelligenza artificiale. Ad ogni modo R.E.Outbreak è stato il capostipite dei survival horror in cooperativa, tanto che a distanza di pochi anni uscì il secondo capitolo che finalmente supportava il multi anche per le versioni europee.

Benvenuti nel mio nuovo blog!

Fin da bambino ho avuto la passione dei videogiochi. Quando avevo 5 anni mio padre mi prese un Commodore 64 e da quel momento mi ha accompagnato fino ad oggi. Questo blog nasce per diffondere questo piacere con tutti quelli che hanno la voglia di divertirsi, e perché no, anche di evadere per un po' dal mondo duro e sempre più arido che ci circonda. Ho già da qualche anno un canale Youtube che parla di diverse cose ma soprattutto di videogiochi, quindi sarà mia intenzione spesso affiancare semplici articoli ai miei video.

Ringrazio a tutti quelli che parteciperanno ai miei post, e anche nel caso non fosse così va bene comunque; perché quando si fanno le cose con passione l'importante è divertirsi.

Davidhachi.